Published On: 30/05/2022Categorie: Approfondimenti, News

Nei tempi recenti si parla molto di inflazione. Come sono toccate le fondazioni erogative? Quali i meccanismi e le riflessioni da fare per trovare le strategie adeguate per operare in un mutato regime economico?  

Sono prevalentemente due i processi chiave nell’operato di una fondazione erogativa. Il primo è quello del sostegno fornito a organizzazioni che attuano concretamente dei progetti rivolti ai gruppi target e il secondo è quello della gestione del proprio patrimonio. Con la gestione patrimoniale la fondazione mira a generare reddito per alimentare l’attività dell’erogazione di contributi nel presente e a preservare il capitale affinché possa continuare a generare reddito, e di conseguenza devoluzioni, anche in futuro. La fondazione può inoltre spingersi oltre e generare un impatto grazie alla selezione di investimenti particolari nell’ambito di un approccio di impact investing o venture philanthropy. 

L’inflazione esercita un effetto su entrambi i processi chiave, quello dell’attività di erogazione di contributi e quello della gestione patrimoniale. Approcciarli in modo professionale e in base alle buone pratiche aiuta a contrastare e mitigare gli effetti negativi che questa può avere.  

Inflazione significa rialzo dei costi e questo comporta anche un aumento del costo dei progetti sostenuti. Ciò implica che la fondazione, a parità di condizioni, deve devolvere somme maggiori per raggiungere lo stesso impatto, rispettivamente, che con lo stesso capitale sarà possibile sostenere meno progetti. 

Diventa quindi ancor più importante rendersi accessibili ai potenziali beneficiari in modo da poter raccogliere un numero adeguato di richieste di sostegno dalle quali selezionare quelle maggiormente idonee e di qualità. La selezione dei beneficiari dovrebbe seguire una chiara strategia di erogazione e linee guida che definiscono i criteri di cosa viene sostenuto e che regolano i processi di selezione. In questo modo la fondazione potrà mirare ad aumentare l’impatto generato, ovviando, almeno temporaneamente alla questione dell’inflazione.  

Per quel che concerne il patrimonio, le pressioni inflazionistiche sono accompagnate dal rialzo dei tassi d’interesse a detrimento del comparto obbligazionario che rappresenta sovente ancora, insieme alla liquidità, la parte preponderante dei portafogli delle fondazioni.  Gestire il portafoglio in modo oculato e bilanciato fra obiettivi di lungo termine e risultati di breve non è triviale e non è un’attività che va improvvisata. Gli obiettivi della gestione patrimoniale sono quelli di massimizzare l’efficacia e l’efficienza della fondazione, mantenendo un occhio di riguardo su liquidità, sicurezza e assunzione di rischi. È importante che la fondazione si doti di principi strategici di investimento e che determini un’allocazione “benchmark” in grado di rispondere nel lungo termine alle proprie esigenze di liquidità e propensione al rischio. È stato dimostrato in svariati studi che una buona allocazione con un diversificazione adeguata alle proprie esigenze  permette nel lungo termine di raggiungere risultati soddisfacenti. Soventi importanti ristrutturazioni del portafoglio sono in generale da evitare poiché è difficile azzeccare le previsioni in modo consistente.

È poi bene affidare la gestione vera e propria del portafoglio a specialisti. Sono molti i gestori patrimoniale che offrono soluzioni anche mirate per fondazioni. L’importante è che la fondazione selezioni il gestore in base a un processo trasparente onde evitare conflitti di interesse e assicurarsi che la soluzione adottata risponda in modo ottimale alle esigenze e preferenze espresse. Vanno inoltre fissati degli aggiornamenti periodici e i principi di risk management. Sarà quindi lo specialista che rivedrà l’allocazione tattica nei limiti prefissati per fare in modo che il capitale possa essere preservato e che possa continuare a generare i rendimenti sperati.

Per saperne di più sulle tendenze della gestione patrimoniale delle fondazioni rimandiamo al blog “Impatto: anche le scelte d’investimento contano” 

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